Il Gazzettino
Il momento decisivo, sul piano dell’esecuzione, si è avuto con il “Te Deum”. Qui è emersa la consapevolezza e la duttilità stilistica di Karabtchevsky. Dopo un Bach legato alla più rigorosa tradizione interpretativa tedesca, si è passati ad un Verdi di straordinaria evidenza drammatica.
Mario Messinis, Il Gazzettino
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